Se vi capitasse di fare un giro nelle Langhe, anche in questa stagione, trovereste sulla vostra strada  molte occasioni culinarie di notevole interesse ed originalità; il livello qualitativo medio è sempre piuttosto alto e, tutto sommato, bisognerebbe avere una buona dose di sfortuna per incappare in un luogo insoddisfacente. A parere nostro dovreste solo prestare molta attenzione alle strutture ricettive, ai cosiddetti bed and breakfast, perché in questo settore si potrebbero annidare molta improvvisazione e precarietà: pezzi di cascine sistemate alla bell’e meglio con i contributi pubblici erogati in occasione delle Olimpiadi invernali di qualche anno fa, malamente arredate e prive di qualunque concetto di servizio per il pubblico.

Si dovrebbe, invece, parlare di sovrumana sfortuna qualora capitaste in una delle tantissime aziende agricole che offrono la possibilità di visitare la loro cantina, assaggiare ed acquistare i loro vini e, alla fine, non vi trovaste soddisfatti e a vostro agio. Se vi capitasse di percorrere la strada che da Barolo sale verso Monforte d’Alba potreste addirittura trovarvi nel cortiletto dell’Azienda Parusso Armando, perché è posta proprio nel bel mezzo di una curva.

Se così fosse si tratterebbe di sfacciata fortuna; potreste trovare Armando o Tiziana Parusso pronti ad accogliervi come se vi aspettassero da tempo e non vedessero l’ora di portarvi a spasso tra le loro mura; dal cortile vi indicherebbero i loro prestigiosi vigneti, solo la Bussia e Mariondino perché gli altri sono distanti. Poi vi porterebbero nelle sale per la pulizia e la cernita delle uve e capireste quanta importanza ha per loro questa fase di lavorazione. Successivamente scendereste in cantina e vi farebbero capire cos’è la lavorazione a caduta e poi vi mostrerebbero le vasche di fermentazione altamente tecnologiche, e ancora ad un piano inferiore le botti e botticelle per l’affinamento e la maturazione dei vini.

Alla fine del percorso vi porterebbero in una sala al primo piano della loro casa per farvi degustare i loro vini, dai più semplici ai più preziosi. Sarebbe un’esperienza straordinaria ed indimenticabile, un piccolo viaggio all’interno del mondo del vino. Potreste acquistare una bottiglia di Barolo Bussia e tenerla nella vostra cantina fino ad una buona occasione che di certo vi capiterà nei prossimi anni.

A noi è successo in occasione della Pasqua appena trascorsa: avevamo un bell’agnello da latte da cuocere al forno ed abbiamo pensato che il Barolo Bussia 2001 di Armando Parusso a Monforte d’Alba (Cuneo) potesse accompagnarlo bene. È già una gioia manipolare una bottiglia così e quindi abbiamo optato per un trattamento classico e formale: abbiamo tagliato la capsula sotto il collare, abbiamo estratto il tappo senza forarlo completamente, l’abbiamo annusato, perfetto ed integro, abbiamo inserito il dischetto antigoccia e ne abbiamo versato un poco in un bel calice panciuto; l’abbiamo annusato accuratamente: squisito! e abbiamo lasciato che si arieggiasse spontaneamente un poco di tempo.

Poco prima di portare in tavola l’agnello, i bicchieri sono stati riempiti fino a un  quarto della capienza e solo allora è cominciata la vera festa.

Gigi Brozzoni