Sarà stata la forza delle suggestioni, che spesse volte prendono il sopravvento senza che ce ne rendiamo conto, ma ho davvero avuto l’impressione di aver assaggiato un vino dal sapore ondeggiante, incostante, fluttuante che mi ha portato a ricordare una musica che ha le stesse caratteristiche: sono i Preludi di Claude Debussy.

Il celebre compositore francese, attivo a cavallo tra Ottocento e Novecento, si è servito molto delle scale esatonali che portano ad avere un effetto incostante proprio perché non utilizzano la classica scala con sette toni (note) e cinque semitoni, ma una scala a sei toni ed altrettanti semitoni, detta anche scala simmetrica.

L’aveva già usata accidentalmente anche Mozart, ma poi non ne fece più nulla. Debussy invece la impiega ripetutamente per esplorare il mondo dei suoni, delle atmosfere un poco rarefatte che si rifanno alla pittura impressionista, anche se questo accostamento non fu mai gradito al musicista.

Per comprendere meglio questo concetto sarà utile ascoltare il quarto preludio del primo libro di Debussy “Les son et les parfums tournent dans l’air du soir” (citazione da un poema di Baudelaire) che trovate a questo indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=itRmRKLU2IY

Il vino esatonale, invece, è un Pinot Nero del Sebino, del 2001 che nella sua piena maturità ha rivelato un profumo in continuo andirivieni, da note speziate morbide e calde a note fruttate dolci e caramellate, poi a toni di vegetali un po’ cotti e note animali e, ancora, a sentori di carbone e grafite; ed anche al gusto l’alternarsi di gusti dolci e caldi con la trama ancora ben delineata dei tannini faceva perdere quella continuità di sapori che siamo abituati a sentire in vini ancora giovani e acerbi.

L’insieme di queste suggestioni organolettiche è stato capace di trasferire la nostra attenzione verso altri ambiti meno materiali del bicchiere e del piatto sulla tavola, fino a farci ricordare questi suoni, queste armonie, queste atmosfere così evanescenti, diafane, rarefatte. Il nome sull’etichetta, poi, ha fatto il resto: L’Arturo di Ronco Calino, a Torbiato di Adro, in provincia di Brescia.

Certo. Arturo Benedetti Michelangeli, a cui è dedicato questo vino, ha abitato a Ronco Calino e chissà quante volte e per quante ore vi studiò i Preludi di Debussy per riuscire a interpretarli come solo lui seppe fare.

Gigi Brozzoni