Ci sono canzoni che ti entrano dentro, che ti attraggono e ti stregano; sono quei motivi che ti ritrovi a fischiettare, a canticchiare quando meno te l’aspetti: spesso sono legate a qualche incontro, a qualche viaggio, a qualche amore. Diventano la colonna sonora della propria vita e sono terreno fertile dei ricordi più belli, più emozionanti, più intimi.
Via del campo è una delle più belle canzoni di Fabrizio De André degli anni Sessanta, poetica e trasgressiva per quei tempi; la si cantava sotto i portici della Biblioteca a Bergamo Alta accompagnati dalla chitarra del Mario Gelmini fin quando da una finestra giungeva, esasperato, un urlo: bastaaa!

Qualcosa del genere deve essere successo anche a Luigi Moio, docente di enologia presso l’Università di Napoli e contitolare assieme alla moglie Laura di Marzo dell’azienda Quintodecimo in quel di Mirabella Eclano, provincia di Avellino, perché ha pensato bene di chiamare con il titolo di questa canzone un suo vino, un Falanghina di inconsueta nobiltà. Già, perché la Falanghina tra i vitigni tipicamente campani più nobili come Fiano e Greco, è forse la più popolare, più schietta e più semplice.

Ma nelle mani del professor Moio questa Via del Campo Falanghina Campania 2009 di Quintodecimo ha saputo mettere in bella mostra un grande impatto fruttato, dolce e maturo, denso e ricco di glicerina, di spezie dolci e morbide, offrendoci un gusto che riesce a raccontare la sua densità e consistenza stemperate da una fresca acidità, da toni agrumati e persino da richiami di idrocarburi. Note, queste ultime, che di solito si addicono più facilmente a vitigni nobili e fieri. Ma le note di Via del Campo hanno saputo nobilitare le popolane interpreti della canzone così come gli aromi della popolare falanghina.

Riascoltiamola assieme a questo indirizzo:
http://www.youtube.com/watch?v=81uNpOQ4eWI

Gigi Brozzoni