Giancarlo Notari è stato a lungo il direttore delle vendite di casa Antinori fino al 1997 quando, per raggiunti limiti di età, si mise da parte e andò in pensione. Ma cosa pensate possa fare un uomo che per tutta la sua vita ha venduto vino, anzi per meglio dire, vino ed olio? Lo ricordo perché, incontrandolo al Vinitaly di quasi vent’anni fa, mi raccontò le sue avventure di quando voleva vendere l’olio extra vergine di oliva toscano anche nelle regioni del nord, in Lombardia preferibilmente e quindi anche a Bergamo. Nella sua parlata toscanaccia, mi raccontava che i ristoratori bergamaschi, della Valle Brembana e Valle Seriana gli dicevano che con quella “roba verde come il fiele” ci poteva oliare i carri dei buoi.

E così, da buon pensionato, assieme al suo ex datore di lavoro, Piero Antinori, diede vita ad una azienda pluriregionale per produrre e vendere vini di buona qualità, diversi da quelli prodotti dal marchio Marchesi Antinori, e chiamò al suo fianco il figlio Saverio, appena diplomato in enologia, perché voleva mettere un poco di modernità in questo nuovo marchio chiamato Compagnia del Vino. Tutto ciò mi è tornato alla memoria perché mi sono ritrovato tra le mani una bottiglia di Ceccante, il vino più prestigioso del Grillesino, il marchio Maremmano della Compagnia del Vino, ed ho voluto portarmela subito in tavola per rinfrescare il ricordo di questa persona straordinaria che ha dato molto al mondo del vino italiano.

Ho stappato la bottiglia di Ceccante Cabernet Sauvignon Vendemmia 2004 Toscana Igt imbottigliato da Compagnia del Vino a Magliano in Toscana (Grosseto); ho avuto un attimo di perplessità appena estratto il tappo per un profumo alquanto ridotto, poi ho versato il vino in un bel calicione ed ha ripreso a respirare, piano piano si è aperto su toni ancora vegetali ma maturi e dolci. Da qui al tabacco e alla liquerizia il passo è breve e, quindi, sono arrivati il frutto dolce, le spezie piccanti e persino un alito animale, caldo ed avvolgente, confortevole. Ho brindato al ricordo di Giancarlo Notari, sicuro che chi è rimasto saprà continuare il suo lavoro sempre col sorriso sulle labbra, ma anche con la speranza che la Maremma grossetana sappia trovare o ritrovare (fate voi), nuovo smalto o nuova identità (ancora, fate voi).

In sostanza: che ripensi al suo recente passato, un po’ confuso, per costruire un futuro più certo.

Gigi Brozzoni