Solo un ettaro e mezzo, solo 6500 bottiglie, solo una famiglia che lavora la vigna, solo i figli che vinificano, affinano, imbottigliano e portano in giro per il mondo: Vignolo si chiama ed è un Gran Cru di Barolo, quello nobile e fiero di Castiglione Falletto, sulle arenarie di Diano, 10760 viti di nebbiolo allevate a Guyot, esposte a sud ovest, a 230-270 metri s.l.m.

La famiglia è quella dei Cavallotto Olivio e Gildo, i tre giovani sono Laura, Alfio e Giuseppe. Il Bricco Boschis ormai ha preso le loro sembianze, sono i loro visi che ormai vengono accostati alle sobrie etichette delle loro albeise; sono i tre giovani che producono Barolo in stile classico, quindi moderno. È la modernità dello studio del terroir, del rispetto dell’ambiente, della conoscenza tecnica, della precisione operativa, dei tempi dati dalla natura dell’annata.

Ma tutto questo sarà immediatamente chiaro a chi vorrà salire verso Castiglione Falletto, scoprire alla propria destra il panoramico Bricco Boschis e incontrare questi tre giovani cordiali, garbati e disponibili. È la loro modernità, il recupero di ritmi ormai desueti, di voci che non urlano, di usci che non stridono e non sbattono. Tutto è svolto per mettere a proprio agio il vino e le persone.

Pensando a loro mi sono aperto una bottiglia di Barolo Riserva Vignolo 2005, preferendola a quella di Barolo Bricco Boschis Vigna San Giuseppe, sempre 2005, sempre Cavallotto di Castiglione Falletto. Pensavo che tra le due il Vignolo sarebbe stato più pronto, più disponibile; ha manifestato subito la sua personalità con un impatto fruttato generoso sottolineato da una rosa di macchia dalla singolare ed elegante dolcezza, ma si è ripreso immediatamente con una sferzata di spezie con sottobosco e menta e con note di camino, cioè cenere e legna arsa che sono i precursori del goudron che si rivelerà pienamente solo tra una decina d’anni. Al gusto sorprendono la forza e la concentrazione fruttata, fresca e succosa, agitata da un piglio acido e tannico di fiera esuberanza ma anche di incredibile garbo.

Questi sono i miracoli che solo nei grandi terroir si realizzano e mi sono ricordato di quanto diceva Luigi Veronelli in proposito: dal singolo cru la maggior qualità.

Gigi Brozzoni