Non fosse altro che era il 25 aprile, data fondamentale per la nostra Patria, e non fosse altro che stava per nascere il nostro nuovo governo ancora carico di incognite e dubbi, abbiamo voluto aprire una bottiglia che potesse contenere anche un messaggio, una speranza un augurio. E naturalmente ci siamo ricordati di Luigi Einaudi, primo Presidente della nostra repubblica e primo vignaiolo al mondo, se così lo possiamo chiamare, ad assumere cariche istituzionali di tale portata.
I Poderi Einaudi prendono il via nel 1897 con un giovane ventitreenne che acquista la Cascina San Giacomo a Dogliani la quale ha vigne per 40 giornate piemontesi, vale a dire circa 15 ettari vitati, e nonostante i suoi impegni professionali e politici manterrà sempre uno stretto rapporto con i suoi contadini e non mancherà a nessuna vendemmia.
La passione per la terra e per la vigna entra a far parte del carattere di questa famiglia borghese e la porterà ad acquisire nuove tenute con nuove vigne, diventando una sorta di azienda modello per tutta la viticoltura piemontese. Nel corso degli anni si aggiungeranno le altre tenute che ormai fanno parte dei Poderi: Tecc e San Luigi a Dogliani, Terlo Vie Nuove a Barolo, e ancora a Barolo i famosi Cannubi. E proprio sui Cannubi ci è caduto l’occhio e la mano, sicura e ferma, ha raccolto la bottiglia, preziosa e fidata di uno dei cru simbolo dell’enologia italiana.
Il Barolo Cannubi 2004 dei Poderi Luigi Einaudi di Dogliani, in provincia di Cuneo, si configura come una bottiglia carica di aspettative ambiziose, per cui quando la si stappa si avverte un certo timore reverenziale nell’estrarre il tappo, tanto è temuta l’alterazione del sughero; la qual cosa trasforma un banale gesto dinamico in una solenne cerimonia che mai ci si aspetterebbe da chi è uso stappare bottiglie.
Per nostra fortuna appena liberato il collo della bottiglia ha iniziato a emanare nobili profumi di rosa canina e lampone, chiodo di garofano e note di camino, poi un tocco vegetale e balsamico che, tutti assieme, hanno saziato le nostre aspettative che erano progressivamente cresciute per quell’aspetto simbolico di cui l’avevamo caricata. Abbiamo versato il vino ormai tranquilli della sua bontà ed abbiamo iniziato a berlo con la speranza che anche le nostre vicende politiche sappiano soddisfare le nostre aspettative quanto la bottiglia di Barolo ha soddisfatto i nostri sensi.
Gigi Brozzoni