Pensavo che dopo aver visitato una grande quantità di cantine in Italia e all’estero, dagli stili più diversi, classiche o moderne, apogee od ipogee, semplici o tecnologiche, a sviluppo orizzontale o verticale, difficilmente sarei rimasto così colpito alla vista di una cantina. Invece Maria Caterina Dei è riuscita a stupirmi e in modo clamoroso. Sono sbalordito e l’immagine della sua cantina si è impressa nella mia mente come su una lastra fotografica, come un antico dagherrotipo con quelle sue tinte ambrate e brune come la senape.

Eppure, dall’ingresso che si apre verso il basso disegnando la spirale di un geode, avrei dovuto immaginare subito che doveva trattarsi di qualcosa strettamente legato alla terra, alla geologia, alla pietra che ha inglobato fossili; qualcosa che mi parlava di quel travertino formatosi a cavallo tra Pleistocene ed Olocene e, essendo vicino a Siena, non poteva essere che il travertino che si cava a Rapolano o nei pressi di Asciano. E così lo stupore si è fatto sempre più intenso fino ad arrivare al bagliore cupo di questa cattedrale ipogea interamente rivestita da lastre di travertino di diversa tinta e sfumatura, che formano anche i cassettoni del soffitto e i dischi delle colonne di sostegno.

Ancora sbalordito, dicevo, non ho potuto fare a meno di stappare una bottiglia di Vino Nobile di Montepulciano Riserva Bossona 2006 di Maria Caterina Dei, nel quale ho ritrovato tutte le sfumature dei grandi vini a base di Sangiovese che quelle terre sanno dare; un incontro tra note di cuoio e pellame, di tabacco dolce che a tratti si fa più piccante come l’inizio e la fine di in un sigaro toscano, di frutti di bosco succosi e consistenti, di spezie morbide che sanno divenire più incisive e mordenti, di fiori che da teneri come violette si fanno sensuali come la rosa.

Il gusto spazia tra un inizio dolce e fruttato che si fa via via sapido e terreo come radici di liquirizia; il tannino sembra voler prendere il sopravvento, ma lentamente diventa più cedevole ed arrendevole alla fine trama che porta ad una lunga e calda persistenza. Qui c’è tutto il valore dei tufi senesi, il calore delle dolci colline toscane, il duro lavoro della vigna, la sensibilità delle cure enologiche, la pazienza del riposo in cantina ed ancora l’attesa della bottiglia.

Sono questi i fattori che fanno grande il Cru Bossona di Montepulciano e grande la vignaiola Maria Caterina Dei.

Gigi Brozzoni