Sono innumerevoli le connessioni che esistono tra vino, vigna e bosco, tanto che se digitiamo queste due parole su Google in un quarto di secondo ci trova più di due milioni di risultati. Con lo stesso tempo se la vigna la scriviamo al plurale il risultato si avvicina ai tre milioni di contatti, mentre se digitiamo vino e bosco, in un terzo di secondo si arriva a cinque milioni di risultati.
Un po’ di anni or sono con un contadino ligure osservavamo la linea che delimitava il bosco, in alto sulle colline, dalle altre colture, vigne comprese, poste più in basso: sosteneva che la linea era in continuo movimento. Si alzava nei momenti di povertà perché si spiantava il bosco per farci crescere gli ortaggi e l’uva, mentre si abbassava nei periodi di abbondanza e di ricchezza perché si abbandonavano le vigne e gli orti più impervi e faticosi ed il bosco si ripigliava quella parte di collina.
Vigna e bosco sono ambienti affini e confinanti, e se percorressimo con la mente tutte le vigne che abbiamo visto dalla Valle d’Aosta o dall’Alto Adige in giù, verso la Toscana o le Marche, l’Umbria e l’Abruzzo, rivedremmo questi confini nettissimi tra le ordinate vigne e gli scompigliati boschi. Persino nel grande polmone verde di Puglia, a pochi chilometri da Gravina, si estende il Bosco Difesa Grande; al suo fianco, a circa 600 metri di altitudine, c’è una vigna piantata vent’anni fa.
Cinque ettari di vigneto coltivato con greco e malvasia che la famiglia D’Agostino cura con amore, perché vuole che da quelle viti nasca un vino del tutto inusuale per una terra così calda e assolata. Sono saliti su quel colle, hanno impiantato vicino al bosco perché volevano cercare fragranza e freschezza, aromi floreali e frutti maturi ma croccanti ed aciduli: il Gravina Bianco Poggio al Bosco 2012 di Botromagno, dal nome del colle dove ha sede l’Azienda, a Gravina di Puglia in provincia di Bari. Un vino bianco davvero singolare per la terra di Puglia ove è più facile trovare potenza e concentrazione rispetto a garbo ed eleganza, fragranza e sapidità, aromi floreali e agrumati, note vegetali fresche e mentolate.
Vieni, c’è una strada nel bosco, il suo nome conosco, vuoi conoscerlo tu? Così cantava Claudio Villa: chi di voi lo conosce o se lo ricorda? Eccolo: http://www.youtube.com/watch?v=kb1jUDaQO0I
Gigi Brozzoni