Quando salivamo a La Morra non potevamo fare a meno di entrare al Belvedere e di sederci al tavolo vicino alla finestra per poter godere di un panorama di ineguagliabile bellezza e fascino. Da quel punto si possono ammirare tutte le più importanti e prestigiose vigne del Barolo: da quelle circostanti di La Morra e poi quelle di Verduno e di Roddi per poi passare da Grinzane Cavour, Serralunga d’Alba, Castiglione Falletto, Monforte d’Alba e persino quelle poche di Novello che si vedono sulla destra.

Mancano all’appello solo quelle più importanti di Barolo, poiché rimangono un poco infossate nella valle. In effetti le stesse cose le si possono osservare anche stando fuori dal ristorante, sulla piazza principale del paese, ma così si ha solo una bella e larga visione panoramica priva della cornice. La cornice è molto importante anche in un quadro, basta poco per valorizzare l’opera o per danneggiarla, e così anche la finestra del Belvedere arricchiva quel panorama.

Poi, naturalmente, ci si andava anche per pranzare e godere della cucina di Gian Bovio e ancora ho ricordi nitidissimi di un risotto con le spugnole e di un piatto di tajarin al tartufo capaci di guarire anche l’animo più afflitto. Ora assieme alla figlia Alessandra ha lasciato il Belvedere e ha aperto un nuovo ristorante a poche centinaia di metri: sempre grande cucina e sempre grandissima cantina langarola, con tutte le più belle e importanti etichette di Barolo e Barbaresco (che nelle giornate limpide si riesce a scorgere in lontananza).

Ma questi langhetti sono incontentabili e non riescono a starsene tranquilli a guardare le belle bottiglie e belle vigne, tanto che ha voluto acquistarne un paio di appezzamenti a Gattera ed Arborina. Sapendo che non avrebbe avuto né il tempo né la competenza per seguire l’azienda agricola con le vigne da curare e i vini da seguire tutto l’anno, ha trovato un giovanotto di belle speranze, Walter Porasso, cui affidare la gestione aziendale.

Un giorno di qualche settimana fa ci siamo trovati di fronte alle sue bottiglie di Barolo, Arborina e Gattera, ed eravamo indecisi su quale aprire; per non far torto a niente e a nessuno abbiamo pensato che l’ordine alfabetico fosse un buon sistema e così ci siamo aperti il Barolo Arborina 2006 di Gianfranco Bovio in quel di La Morra in provincia di Cuneo. Anche se di questi tempi si pensa di ridurre se non eliminare le provincie, c’è qualcuno che vorrebbe la provincia di Alba per raggruppare tutti i comuni del vino di queste terre.

Ma a parte queste diatribe amministrative è sempre rassicurante assaggiare un vino proveniente da questa famosa vigna: c’è la certezza di trovare eleganza, fascino e mistero.

Gigi Brozzoni