Abbiamo iniziato il lavoro duro delle degustazioni per la Guida Oro I Vini di Veronelli, edizione 2014 e subito ci siamo lasciati prendere la mano con tutti i dubbi, i problemi, le incognite delle degustazioni. In particolare ci siamo posti il problema dei diversi stili enologici con i quali confrontarsi per valorizzare al meglio i vitigni classici, quelli internazionali, quelli che tutto il mondo produce con diversi stili, con le diverse scuole di pensiero.
E così anche noi questa mattina ci siamo imbattuti in questo problema quando abbiamo incontrato i vini dell’Azienda Vie di Romans di Mariano (Go). Ci abbiamo ragionato sopra un poco perché non riuscivamo a decidere quale dei due sauvignon ci piacesse di più, se il Piere elevato in acciaio o il Vieris elevato in barriques; l’avevamo fatto anche con i due chardonnay della Casa, il Ciampagnis Vieris o il Vie di Romans, il primo in acciaio e il secondo in legno, ma lì la scelta è stata più facile e prevedibile.
Con il Sauvignon, invece, le cose sono state molto complicate e non riuscivamo quasi a venirne a capo, finché ci è venuta l’idea che proprio da questa sostanziale parità qualitativa potesse nascere, sommandoli, il vino perfetto, quello che racchiude entrambi i caratteri e quindi capace di fare emergere il supervino, il Supersauvignon.
Allora abbiamo fatto quello che assolutamente è vietato fare, che nessuno dovrebbe mai fare pena la scomunica, l’epurazione, come quelle che sta facendo Beppe Grillo con i suoi accoliti grillini, tanto che al suo confronto Giuseppe Stalin, zio baffone, ai suoi esordi sarebbe parso un moderato. Oppure un Sant’Uffizio chiuso per ferie o per cambio di gestione. Li abbiamo miscelati pensando che dalla loro unione i due caratteri si sommassero andando così a creare un nuovo soggetto che contenesse entrambi, quindi un vino perfetto.
Ma purtroppo non avevamo fatto i conti giusti e sommando due ottime entità abbiamo creato un mostro, un vino Frankenstein che più scombinato di così non si poteva immaginare. E solo allora ci è tornato in mente cosa diceva il nostro Maestro più di trent’anni fa. Diceva che, sommando le qualità di due diversi Cru, non si sommava qualità ma la si sottraeva. Asini che siamo stati!
E allora, con la coda fra le gambe, abbiamo gettato l’intruglio che avevamo preparato e abbiamo di nuovo riempito i due bicchieri, il primo con l’Isonzo Sauvignon Piere Rive Alte 2011 e l’altro con l’Isonzo Sauvignon Vieris Rive Alte 2011 entrambi dell’Azienda Vie di Romans di Mariano del Friuli in provincia di Gorizia e li abbiamo bevuti rigorosamente separati, prima l’uno e poi l’altro per evitare di fare confusione; e per fortuna non eravamo soli.
Diavolo di un Veronelli! Continua ad avere ragione lui.
Gigi Brozzoni