In momenti di grande confusione come quelli nei quali stiamo vivendo, dove tutti vorrebbero fare ciò che evidentemente non sanno fare, trovare una persona che sa davvero quel che vuole e lo sa fare bene sembra un’eccezione anziché la regola. Ebbene, pare proprio che l’eccezione sia riuscito a trovarla imbattendomi nel Colli Orientali del Friuli Petrussa Rosso Merlot 2010: è un perfetto e ben fatto Merlot friulano con il suo carattere vivace, i toni vegetali freschi, il frutto maturo ma fragrante.
Soprattutto, però, non ha nessuna voglia di imitare i Merlot toscani o, ancora di più, siciliani, né tantomeno vuole essere un parente degli Amarone della Valpolicella; non vuole raggiungere gradazioni alcoliche improbabili per quelle latitudini, non vuole aromi di confettura e residui zuccherini volgari, né tantomeno, arrivare ad aromi di vegetale cotto che assomigliano più a minestroni freddi che non a vini di qualità, frutto dell’interazione vitigno per ambiente.
Un’interazione che viene completamente travisata e tradita quando l’uomo, che dovrebbe rappresentare il terzo e fondamentale elemento del terroir, non sa ragionare o prende lucciole per lanterne, o si accanisce in stupidità e incompetenza, incapace di rispettare gli altri due elementi della natura.
Dico questo perché non ne posso più di sentire dei vitigni bordolesi coltivati alle pendici alpine, dal Friuli al Piemonte, e naturalmente Veneto e Lombardia comprese, forse ancor più accanite delle altre regioni, che sviluppano 14 o 15 gradi alcolici, densi e scuri come venissero dall’Australia e senza un briciolo di quell’eleganza che li ha da sempre contraddistinti e per la quale sono imitati e apprezzati in tutto il mondo.
Non è certo il caso dei fratelli Petrussa, che lavorano con cura le vigne ereditate dai genitori a Prepotto, in provincia di Udine, piantate con alcuni dei vitigni più classici di questa zona ed anche con alcuni vitigni bordolesi introdotti nella regione nel periodo post-fillosserico, quando si è dovuto ripiantare tutti i vigneti del mondo. Un’occasione in più per i buoni viticoltori, un tranello per altri.
Continuo a sognare una viticoltura di qualità capace di esprimere il carattere dei vitigni coltivati ed anche la personalità di un luogo, del suo clima, del suo suolo, delle persone che vi lavorano con intelligenza e con rispetto. Vini come questo Merlot mantengono vivo il mio sogno.
Gigi Brozzoni