«C’era dunque un pastore di Oliena, molto devoto e pio e perciò malvisto dal demonio che, riuscitegli vane tutte le tentazioni per condurlo al male, si vendicò di lui in questo modo. Nei giorni un po’ tranquilli il pastore, affidata la greggia ad un suo compagno, si recava alla caccia del cervo e del muflone su per i monti.
Un bel giorno d’inverno, mentre cacciava, vide un magnifico cervo poco distante da lui: lo sparò, e lo ferì leggermente, ma non poté pigliarlo. E si mise ad inseguirlo. Il cervo balzava di rupe in rupe, velocissimo; ma il pastore non meno agile, si teneva sempre sulle sue orme, deciso a ucciderlo. Arrivarono così in cima della montagna. La neve copriva i picchi, le rocce, i precipizi; ma il cacciatore, esperto dei luoghi, continuava la sua caccia senza inciampare in una sola pietra, affascinato dal cervo meraviglioso, bellissimo, le cui corna ramate erano alte più di sei palmi.
A un tratto l’animale sparì, improvvisamente, sprofondandosi nella neve. Il cacciatore raggiunse il posto e si trovò sull’orlo di una nurra spaventosamente profonda. Il cervo non si vedeva più, ma dal fondo della nurra saliva un’eco tetra di sogghigni infernali. Il misero pastore comprese allora che il cervo era il diavolo in persona e cercò di fuggire, ma la neve su cui posava i piedi sprofondò e prima ch’egli si fosse fatto il segno della croce precipitò nell’immensità dell’abisso…»
È l’inizio di una leggenda sarda narrata da Grazia Deledda. L’abbiamo letta perché siamo incappati in una bottiglia di vino che si chiama Diavolo Cervo, e anche noi siamo sprofondati nelle nurre di questo vino, che però nasce sulle spiagge di Sant’Antioco, in riva al mare e non sulle vette innevate dei monti. La nurra di Grazia Deledda, però, non ha nulla a che fare con l’omonima area sassarese compresa tra Alghero e l’Asinara, ma sembra piuttosto indicare una gola o un crepaccio.
Gianluca Mulleri, con la sua azienda che ha sede a Quartucciu in provincia di Cagliari, ha sempre voluto sottolineare lo stretto legame tra la sua terra e tutte le espressioni artistiche dell’isola, da Grazia Deledda al pittore Franco Nonnis ed al musicista Paolo Fresu.
Il Carignano del Sulcis Riserva Diavolo Cervo 2007 di Mulleri nasce da una vigna ad alberello con piede franco, perché sulle sabbie dell’isola di Sant’Antioco la fillossera non ha mai creato danni alle viti. La contiguità del vigneto con il mare porta invece un clima inimitabile, con le continue brezze che percorrono i tralci ora in un senso ora nell’altro e le onde che amplificano e moltiplicano la luce ed calore dei raggi solari.
Il vino si apre subito su finissime note fruttate dolci e mature, accompagnate da suggestioni vegetali fresche e balsamiche che ricordano le foglie di eucalipto a cui si aggiunge poi un tocco speziato, vivace e pepato. Sul palato ritorna il carattere fruttato integro e succoso, con una trama tannica finissima e carezzevole per un carattere complessivo giocato su continue sfumature.
Ed è proprio questo alternarsi di suggestioni ed impressioni che ci trascina al largo in una nurra marina, dove l’acqua si fa sempre più blu ed in lontananza si avverte il suono di una tromba: è il Passalento di Paolo Fresu che possiamo ascoltare qui
http://www.youtube.com/watch?v=H75yUpi5wfw
Gigi Brozzoni