Se qualcuno pensasse che le fiabe siano invenzioni letterarie semplici e leggere per bambini sarà bene che si ricreda. Pensate cosa scrisse Italo Calvino nell’introduzione alla sua fondamentale raccolta di fiabe: «Sono, prese tutte insieme, nella loro semplice e ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita» e afferma con decisione «le fiabe sono vere». Io, con molta modestia appassionato seguace di Calvino, ne sono fermamente convinto e in molte delle vicende umane che ho avuto modo di osservare ho trovato la fiaba che già aveva raccontato quel caso. Bastava modificare i luoghi e i nomi, aggiornare i tempi e tutto era già narrato, spiegato, illustrato.

La stessa cosa mi è apparsa chiarissimamente quando Cinzia Merli pensò di dover fare un nuovo Paleo volendolo diversificare da quello che creò con grandi consensi e successi il suo compianto marito Eugenio Campolmi. Decise che il nuovo Paleo, il suo Paleo, quello della sua personalissima gestione aziendale sarebbe stato fatto esclusivamente con il Cabernet Franc.

“Con il Franc?” increduli si chiesero in molti. Certo, fino a quel momento il Cabernet Franc era il brutto anatroccolo se paragonato alla signorilità del Cabernet Sauvignon o all’eleganza del Merlot. Bisognava metterne poco nei tagli bordolesi perché, si diceva, porta note troppo verdi, erbacee, poco fini; bisogna metterne solo quel tanto da dare un poco di muscolatura alle annate deboli.

Invece, Cinzia, ci scommise tutto, baracca e burattini, si giocò in un sol colpo tutta la fama, la reputazione e la credibilità della sua azienda. Lavorò ferocemente al suo progetto: curò la vigna come se fosse un prezioso giardino, ogni pianta venne accudita con amore, mentre la passione e il tormento si impossessarono di tutte la fasi di vinificazione e di elevazione del vino, finché, giunta la primavera del 2005 Cinzia Merli presentò, orgogliosa e sicura come pure inquieta e modesta, il Paleo 2001, Cabernet Franc in solitario, non più sotto il blasone di Bolgheri ma sotto le insegne della IGT Toscana Rosso. Fu un successo. Un grandissimo e unanime successo che si replica ogni anno.

Cinzia Merli e Hans Christian Andersen: Il brutto anatroccolo si era trasformato in un bellissimo ed elegantissimo cigno.
Ho aperto l’ultima annata in commercio, il Paleo Rosso Toscana 2009 di Le Macchiole a Castagneto Carducci (Livorno), l’ho versato, annusato, bevuto ed ho lanciato un urlo: persino Giovannin (senza paura) si è spaventato.

Gigi Brozzoni