Forse è proprio il vento che tira sempre da quelle parti a rendere inquieto l’animo di chi è cresciuto nel Collio; e forse è sempre quello stesso vento che un giorno o l’altro ti spinge ad andare via, a viaggiare alla ricerca di qualcosa, di qualche luogo, di qualche persona, anche se non sai ancora cosa, dove o chi potrebbe essere. Poi c’è anche la curiosità, innata negli inquieti, che ti spinge a cercare sempre qualcosa di nuovo, che ti impedisce di tornare a casa a mani vuote.

Forse sono stati questi il clima e i pensieri di Mario Schiopetto quando faceva il trasportatore e viaggiava per l’Europa dei primi anni sessanta e andava a curiosare tra le cantine francesi e tedesche, perché voleva imparare a fare dei vini bianchi buoni come quelli che trovava in giro per il suo lavoro. Ha imparato molte cose Mario Schiopetto nei suoi giri, nelle sue visite alle aziende che gli aprivano le porte.

Nel 1965 è tornato a casa e ha affittato alcuni ettari di vigna dall’Arcivescovado di Gorizia, cominciando ad applicare in vigna e in cantina tutto ciò che aveva imparato negli anni precedenti. Forse non se ne rese conto subito, ma il suo modo di lavorare la vigna e le uve fu rivoluzionario. Da quel momento in Italia si comprese che bisognava trasformare radicalmente le tradizioni, le consuetudini, la cultura del vino, e iniziò per davvero in quegli anni la rivoluzione del vino italiano, quella che sarebbe poi stata battezzata come il nuovo rinascimento enologico.

Da qualche anno Mario ci ha lasciati, ma la sua azienda e il suo sapere sono rimasti nelle sicure mani dei figli, Maria Angela, Carlo e Giorgio, i quali gli hanno dedicato un vino che sapesse racchiudere tutta la cultura, la personalità e il carattere del padre: si chiama Mario Schiopetto Bianco Venezia Giulia 2007; e’ un IGT perché lo chardonnay impiegato proviene dalle vigne del Podere dei Blumeri nel Colli Orientali e il (tocai) Friulano dalle vigne del Collio.

Come scrive Marco Magnoli sulla nostra Guida Oro I Vini di Veronelli: tecnologia tedesca e finezza francese per realizzare un sogno friulano. Operazione perfettamente riuscita. Guardate il colore giallo con riflesso dorato, perfetto per la sua età, ascoltate i suoi profumi maturi e freschi insieme e gustatene i sapori densi e succosi, eleganti e persistenti.

Un capolavoro che si svela solo a chi sa attenderlo con paziente inquietudine.

Gigi Brozzoni