Ci scrive Sergio Castelli, distillatore con il marchio Castelli Giuseppe in Cortemilia in provincia di Cuneo, chiedendoci di assaggiare le sue grappe e di dargli un nostro parere. Non vuole che si scrivano commenti astrusi, con paroloni incomprensibili sulle sue grappe, ma vorrebbe solo sapere se sta lavorando bene o se dovrà cercare di modificare qualcosa nel suo lavoro per ottenere risultati migliori.

Qualche giorno dopo ci arrivano sei bottiglie di differenti grappe: di Arneis, di Moscato, di Dolcetto, due di vinacce di Barolo ed una di Nebbiolo invecchiata in legno. Attendiamo una giornata propizia e con la consueta diffidenza stappiamo le sei bottiglie per cominciare ad annusarle e capire di cosa si tratta. Non useremo paroloni, perché Sergio Castelli non ne vuole, ma ci rendiamo subito conto che sono tutti degli ottimi distillati, ben fatti, ben lavorati, puliti e profumati.

Vediamoli rapidamente uno via l’altro: la Grappa di Arneis è fragrante e fresca con richiami floreali e vegetali e con note alcoliche moderate e non aggressive, solo 40°, con una personalità un poco femminile; la Grappa di Dolcetto ha un carattere decisamente più mascolino anche se conserva ancora qualche traccia fruttata e speziata, mentre il tasso alcolico sale a 45° dando una energica scossa iniziale.

Ora abbiamo due Grappa di Barolo: la prima, la Grappa del contadino di Barolo, è la vera grappa un poco rude e vibrante con i suoi 50° di alcol, secca, speziata e vegetale, mentre la seconda Grappa di vinacce di Barolo è un poco più leggera e ha profumi un poco più gentili con i suoi 43° di alcol.

Poi abbiamo una bella Grappa di Moscato di soli 40° di alcol che mostra note floreali molto fini, anche ricordi fruttati maturi ed un pizzico di toni vegetali che conferiscono un carattere decisamente femminile, morbido, quasi dolce e carezzevole. Troppo morbida? Forse, ma per chi non ama i gusti troppo forti e ruvidi questa è perfetta.

Per ultima abbiamo assaggiato la Grappa di Nebbiolo affinata in legno: ha assunto un bel colore ambrato scuro, ha profumi molto speziati e tostati con liquerizia e vaniglia, frutti e vegetali essiccati, ed una gradazione alcolica di 45° che riesce a contrastare la dolcezza dovuta all’affinamento.

Una bella panoramica scaturita da passione, impegno e rigore di un artigiano del gusto che con il suo lavoro riesce a nobilitare una materia di scarto per il vignaiolo in un’ottima materia prima per gli alambicchi. La rubrica di oggi è quindi dedicata non solo a Sergio Castelli, ma a tutti i numerosi artigiani che in Italia trasformano le più disparate materie prime in ottimi cibi e bevande per le nostre tavole.

Gigi Brozzoni