Le grandi migrazioni interne che hanno interessato il nostro Paese nell’ultimo secolo trascorso si sono sempre svolte da Sud verso Nord: le persone migravano in cerca di lavoro dai poveri paesini del sud nelle fabbriche del nord, i laureati del sud cercavano specializzazioni nelle Università del settentrione, e pure il vino, soprattutto da taglio, migrava a nord per rinforzare i vini nordici a volte un poco deboli e anemici; anche la cucina meridionale ha trovato molti sostenitori al nord, non soltanto tra gli immigrati ma anche tra la popolazione nativa. Al sud sono emigrati solo gli studenti che avevano poche probabilità di riuscire ad ottenere buoni risultati nelle Università del 45° parallelo e uno, anzi una, di questi lo abbiamo anche avuto come ministro della pubblica istruzione (Sic!).

Fino al 2007 c’è stata anche una notevole migrazione verso sud di molti vignaioli o aziende vitivinicole che andavano a cercare climi più caldi e quindi più favorevoli alla produzione di vini intensi e scuri, concentrati e morbidoni, che andavano tanto di moda fino a qualche anno fa; facevano parte di quello stile cosiddetto australiano, ritenuto facile anche per i nuovi consumatori di vino che aumentavano rapidamente in oriente come nei paesi del nord più estremo. Poi questi riflussi si sono fermati, il modello australiano è entrato in crisi e quindi queste migrazioni si sono fermate quasi del tutto, ad eccezione di chi pensa ancora che alcune aree siciliane possano divenire come una nostra florida, generosa, piccola California.

Qualcun altro, invece, si è mosso da nord non in cerca di modelli esotici e distanti da noi, dal nostro modo di pensare e di vivere, ma alla ricerca di un modello mediterraneo che sapesse coniugare l’alito di terra e la brezza marina, lo spirito dei colli e l’anima delle maree. Gianni e Giorgio Venica sono scesi in località Montino di Altomonte, in provincia di Cosenza, 4500 abitanti a 455 metri s.l.m., a metà strada da Ionio e Tirreno, un paesino che fa parte del club dei “Borghi più belli d’Italia”. I fratelli Venica alleati con Silvio Caputo, importatore di vini italiani negli States, ci hanno creato una piccola azienda chiamata Terre di Balbia dove producono solo due vini.

Domenica scorsa volevo accompagnare un brasatino di Fassona molto profumato di erbe e spezie ed ho aperto un Serra Monte Rosso Calabria 2006 di Terre di Balbia ad Altomonte (Cosenza), ottenuto da uve magliocco e sangiovese. Mi ha mostrato note fruttate ben mature, note speziate calde e morbide, un tocco di vegetale secco, un briciolo di note animali ed un ricordo balsamico e silvestre; e sebbene avesse 15 gradi di alcol si è mostrato facilmente serbevole e servibile. Con tutta la sua materia governata dalla leggerezza.

Gigi Brozzoni