Era il 1976 quando Sergio Rossi, pubblicitario milanese, decise di ritirarsi a Montalcino per iniziare un nuovo lavoro; voleva che fosse creativo come il suo precedente mestiere, che lo mettesse a stretto contatto con la natura e con il pubblico: volle fare il vignaiolo.
Acquistò il piccolo podere Colombaio, che apparteneva alla famiglia Biondi Santi, e due anni dopo iniziò a produrre vino con il marchio La Gerla.
Negli anni a seguire si aggiungono altre vigne, si allestisce una cantina tecnologicamente impeccabile e ci si concentra sulla produzione di vini del territorio, un Brunello di Montalcino ed una Riserva dalla Vigna degli Angeli, un Rosso di Montalcino e il Birba, un sangiovese a Igt Toscana invecchiato in barriques. Null’altro che Sangiovese nelle vigne di Canalicchio e Castelnuovo dell’Abate; solo qualche uliveto ai margini delle vigne.
Sergio Rossi ci ha lasciato nell’estate del 2011, proprio nel momento migliore dell’evoluzione della sua creatura e non raccoglierà più i frutti del successo che la squadra capitanata ora da Alberto Passeri, da sempre a fianco di Sergio, continuerà ad assicurare.
Ho scorto sullo scaffale una bottiglia di Brunello di Montalcino 2007 di La Gerla e non ho resistito alla tentazione: ha un bel colore rubino piuttosto intenso, nitido e quasi lucente, un profumo fragrante di viola e cuoio che quasi si impongono ad un frutto di bosco intenso e maturo, denso e concentrato, avvolto da una ricca corolla di spezie dolci e tabacco da sigaro. In bocca sviluppa subito tutta la sua carica fruttata e speziata, ben tessuta da un complesso di acidità e tannicità estremamente vivaci e dinamiche, che assicurano fragrante succosità e lunga persistenza.
Ci ho dovuto mettere a fianco un bella entrecôte, quella vera alta due dita, di manzo del Texas. Che felicità!
Gigi Brozzoni