Anche noi abbiamo il nostro Kevin Kostner che balla coi lupi: è veronese, ma ha eletto l’Abruzzo come sua seconda patria. Venendo da una famiglia che commercia pesce, per prima cosa è andato in Abruzzo ad allevare trote sfruttando le abbondanti acque del Parco Sorgenti del Pescara. Poi, credo con la complicità di Leonardo Valenti, l’incontro e l’amore a prima vista con il Montepulciano d’Abruzzo.
Con queste premesse, Leonardo Pizzolo va alla ricerca del suo angolo d’Abruzzo per produrre vini che abbiano una personalità distinta, non omologabile alle tante e belle realtà di quella regione. E trova il sito ideale su un’alta vallata al confine tra il Parco della Majella e quello del Gran Sasso.
Un luogo isolato e selvaggio dove il lupo marsicano vigila su tutto e tutti; è il custode fiero e rigoroso di un equilibrio reso delicato dall’abbondanza delle acque e della flora con una competitiva e spietata presenza di fauna selvatica, solcato da correnti gelide che scendono dalle grandi montagne circostanti accentuando lo sbalzo termico tra notte e giorno così come tra estate ed inverno.
Valle Reale è un luogo estremo per fare viticoltura; un luogo che si deve condividere con uno dei più affascinanti animali selvatici di queste terre. Non di rado nelle gelide albe invernali chi si trova a percorre la strada che porta in cantina può percepire la presenza dei lupi che scendono a valle in cerca di cibo; sono fulmini improvvisi, ma chi intercetta fortuitamente lo sguardo di un lupo ne resta segnato. Favole e leggende? Forse si, ma anche a crederci che ci costa?
Poi la storia enologica di Valle Reale, con tutta la sua straordinarietà, è simile a quella di tante altre aziende che hanno trasformato una viticoltura arcaica in una viticoltura selettiva, ragionata, tesa ad ottenere grandi risultati qualitativi. Quindi ricerca pedologica, ricerca viticola, rigore agronomico ed enologia non invasiva, rispettosa dei luoghi e delle scelte fatte a monte. Anche le maestranze ed i consulenti esterni devono riuscire a instaurare un rapporto armonico con questi luoghi.
Il Montepulciano d’Abruzzo San Calisto 2003 di Valle Reale si ritaglia una sua distinta personalità, lontana dagli stereotipi di questa regione fatta di vini densi e scuri, maturi e polposi, dolci e caldi; mostra, invece, un carattere più austero e rigoroso, con un elegante equilibrio sapido e balsamico, con un’acidità più sferzante e con un tannino più incisivo. Non bisogna spaventarsi, perché questo vino, come il lupo marsicano, ha robusti artigli ma li tiene ben coperti dalle morbide e larghe zampe. Basta non provocarlo e rispettare il suo carattere ed il suo habitat.
Se avete qualche minuto da perdere seguite questo link:
http://www.youtube.com/watch?v=92QEB8o5UoQ
Gigi Brozzoni