Dedico la bottiglia di oggi all’idiozia con la quale noi italiani siamo soliti rispondere ai quesiti dei sondaggi, tralasciando, per incompetenza e soprattutto per decenza, di valutare al contempo la salute mentale dei sondaggisti. Siamo solo alla seconda schermata. Domanda: Se il Barolo fosse un personaggio pubblico o il protagonista di un fumetto sarebbe? Risposta più frequente: Mario Monti.

Inutile fare commenti, ho chiuso l’applicazione e sono andato in cantina. Ho prelevato una bottiglia di Barolo Cannubi 2007 dell’azienda Paolo Scavino, me la sono portata in tavola e me la sono bevuta tutta perché dovevo dimenticare. Dovevo dimenticare i sondaggi, i sondaggisti, i sondati e dovevo anche dimenticare che qualcheduno il sondaggio l’aveva commissionato, ideato, proposto, discusso, accettato, presentato e pagato.

Ma il Barolo è un grande Barolo, viene dalla vigna Cannubi, la collina allungata all’ingresso di Barolo; uno dei cru più prestigiosi della denominazione. Le vigne alloggiano sulle marne fossili di Sant’Agata dal colore biancastro e il clima del 2007, con primavera mite, estate calda, autunno asciutto, ha portato a perfetta maturazione le uve con un certo anticipo. Giunte in cantina sono state vinificate da Enrico Scavino, che ha raccolto tutta l’esperienza e la sapienza del padre Paolo.

Il vino è stato elevato un anno in piccole barriques e un anno in botti grandi e successivamente ha riposato un anno in bottiglia. Poi ancora un anno nella mia cantina fino ad avere un bel colore rubino con leggera cadenza granata, un intenso profumo di lampone e di menta, di legna arsa e di spezie piccanti. Il sapore, anch’esso molto intenso, porta tutta la fragranza del frutto, la freschezza dell’acidità e la morbidezza dei tannini maturi e fitti. Un vino spettacolare di grande eleganza e complessità. Un prestigioso e grande Barolo Cannubi 2007 pensato e realizzato da un grande produttore.

Oggi torno in ufficio, guardo la posta e senza accorgermi scorro l’elenco dei promotori del sondaggio sul Barolo e cosa vedo? Enrico Scavino. Proprio tu? E urlo: Tu quoque Brute!

Gigi Brozzoni