Era lì vicino, alla mia destra, ne avvertivo la presenza ma non riuscivo a capire cosa diavolo fosse e nemmeno cosa volesse dirmi.

Guardavo e interrogavo le tante bottiglie ben ordinate sullo scaffale, quando l’occhio è caduto su una bottiglia con un’etichetta discreta, che rappresenta un piccolo campanile a vela e tre scritte che si stagliano: Barolo, Cerequio, Michele Chiarlo. Adesso ho capito, è lei che mi stava chiamando, era lei che si destreggiava per destare la mia attenzione. Sfidandola l’ho presa e l’ho stappata, l’ho versata in un ampio ballon e ho annusato; in un lampo ho ricordato tutto.

Ho ricordato di una bellissima serata di fine settembre a Cerequio, l’antico borgo in mezzo alle vigne nel comune di La Morra che un famoso agronomo dell’Ottocento definì “sceltissime”. Il clima era ancora estivo e l’aia di questo vecchio borgo contadino era affollata e allegra. Le case circostanti, sapientemente restaurate, erano ben illuminate e le persone, tutte munite di bicchiere, entravano ed uscivano dagli usci, salivano ai piani superiori, si affacciavano a finestre e balconi, si chiamavano, si salutavano, brindavano e conversavano.

Poi prese la parola Michele Chiarlo per ringraziare della numerosa partecipazione e per presentare la sua nuova creazione, la sua nuova impresa: Palas Cerequio. È un albergo/residence distribuito su tre corpi di fabbrica, organizzato in suites di ampie metrature tutte corredate di piccole Spa (che non è acronimo di società per azioni, ma di Salus per Aquam), arredato con sobria eleganza (a tratti fin troppo minimalista) e dotato di tutte le connessioni elettroniche.

La cantina è colma di tutte le grandi bottiglie di Barolo che nascono nelle vigne circostanti e non solo di quelle firmate da Michele Chiarlo, per cui agli ospiti sarà possibile prenotare degustazioni verticali ed orizzontali di Barolo Cerequio, mentre per la cena la struttura sarà collegata a tutti i grandi ristoranti che distano meno di 30 kilometri da Cerequio, formando una sorta di ristorante diffuso, anche se su scala un poco ampliata.

Una struttura moderna, efficiente, raffinata, di gran prestigio per rispondere alle esigenze di una rete di clienti facoltosi, appassionati di buon cibo e di grandi vini, che sapranno apprezzare il fascino dei luoghi esclusivi, immersi nella naturalezza di una vigna straordinaria, sceltissima per l’appunto, madre di tantissimi eccellenti vini. Il Barolo e le Langhe avevano bisogno di una struttura ricettiva di questo calibro, di questo spessore, ed i benefici ricadranno sicuramente non soltanto su Michele Chiarlo, ma su tutta la comunità del vino e del cibo di qualità. Chi avrà voglia di lustrarsi gli occhi potrà collegarsi a www.palascerequio.it

Io non avrò mai i mezzi per albergarvi, ma la bottiglia me la sono scolata. Tutta.

G.B.