Gallura VS Resto d’Italia

Iniziamo subito col dire che la Gallura si afferma come la grande Patria del nostro Vermentino e il resto della Sardegna si guadagna la posizione d’onore precedendo le regioni di terra ferma.

Iniziamo subito col dire che la Gallura si afferma come la grande Patria del nostro Vermentino e il resto della Sardegna si guadagna la posizione d’onore precedendo le regioni di terra ferma capitanate dalla Toscana; poi dobbiamo ribadire che il Vermentino, per la verità insieme a Verdicchio e Fiano, rappresenta la vera aristocrazia della nostra viticoltura, almeno per quanto riguarda i vini bianchi; il terzo elemento che vogliamo sottolineare è che la grandezza di un vitigno la si misura anche con la sua versatilità, con la sua predisposizione ad essere coltivato, usato e maneggiato per produrre vini molto diversi.

Queste sono le conclusioni che possiamo trarre dalla degustazione di ieri sera, nella quale si sono confrontati dieci Vermentino del 2009 provenienti da aree geografiche diverse e vinificati con tecniche diverse, ciascuna utilizzata per mettere in risalto quel particolare timbro aromatico che ogni azienda ha voluto evidenziare. Alla impietosa graduatoria che si è formata sulla base delle preferenze espresse da ciascun degustatore, occorre, però, affiancare alcune considerazioni di carattere più generale, per spiegare come si sia generata questa classifica che relega la Toscana e la Liguria nelle ultime posizioni.

I graniti, a volte porfirici, a grana sottile della Gallura; le elevate temperature estive associate a importanti brezze marine che la battono continuamente; la diversa altimetria sulla quale sono disposti i vigneti e, non ultima, la capacità di impiegare raffinate e selettive tecniche vitivinicole; insomma, tutti insieme questi elementi danno vita ad un terroir di elevatissimo valore. Anche il resto della Sardegna condivide gli ultimi due elementi della Gallura, ma non sempre i suoli sono omogenei e i graniti risultano a volte più grossolani; il clima ventoso, inoltre, è meno estremo nelle zone più interne dell’isola.

Pur disponendo di altrettanto buone e selettive tecniche vitivinicole e di favorevoli condizioni climatiche, i suoli più sabbiosi ed arenacei delle coste livornesi e grossetane della Toscana danno vini con minore forza aromatica e minore sapidità, il che rende più difficile e impegnativo raggiungere in questi terroir elevati livelli qualitativi.

Nonostante la presenza di una notevole variabilità di suoli, che volgono rapidamente da semplici calcari a dolomie cristalline e brecce dolomitiche, pur avendo la possibilità di sfruttare diverse altimetrie in climi nettamente mediterranei, ci pare, invece, che il problema della Liguria sia quello di impiegare ancora troppo poco quelle tecniche vitivinicole selettive che generano elevata qualità. Non si può di certo fare di tutta l’erba un fascio ma… sarà la proverbiale scarsa predisposizione agli investimenti, sarà una certa facilità di vendita al settore turistico locale, fatto sta che in terra ligure si vedono poche novità e uno scarso dinamismo imprenditoriale e, di conseguenza, i risultati continuano ad essere poco confortanti.

Ecco quindi i motivi per cui nella nostra classifica finale campeggiano il Capichera Isola dei Nuraghi Bianco 2009 di Capichera ad Arzachena (Olbia-Tempio), seguito dal Vermentino di Sardegna Is Argiolas 2009 di Argiolas a Serdiana (Cagliari) e, più sotto ed affiancati, il Vermentino di Gallura Superiore Costarenas 2009 di Masone Mannu a Monti (Olbia-Tempio) e il Montecucco Vermentino Irisse 2009 di ColleMassari a Cinigiano (Grosseto).

Sui particolari della serata saremo più esaustivi sulle pagine de Il Consenso che uscirà a primavera. Nel frattempo non fate mancare sulle vostre tavole qualche buono e grande Vermentino.

G.B.