Grande festa alla Dispensa
Che ci faceva tutta quella gente lunedì sera alla Dispensa Pani e Vini di Torbiato in Franciacorta?
Se fossi un cronista di qualche rotocalco iscritto alla gossip-list vi direi delle tante belle donne che c’erano e, tra parentesi, maliziosamente vi metterei l’età; poi passerei a descrivervi i loro abiti, le loro mise e, tra parentesi, malignamente vi confiderei il prezzo; di ammennicoli e fronzoli sfrontatamente vi confiderei se di oreficeria o bigiotteria e il relativo valore. Poi dovrei passare a dirvi qualche cosa anche dei maschietti, di cravatte e giacchettine, sciarpine e magliette, camicie e pantaloni. Per fortuna faccio un altro mestiere e quindi non vi dirò nulla di tutto ciò.
Ma pensando a queste inezie rischio di perdere il filo del discorso che mi aveva portato ad una sera, tarda, durante l’ultimo Vinitaly. Alla Bottega del Vino un giovane amico vignaiolo, abituato ad austeri vini rossi, stava scoprendo che più si stappavano scoppiettanti bottiglie sciampagnotte più aumentava la componente femminile del gruppo che spontaneamente si era formato. E allora anche lui si era messo a stappare, a fare piccoli botti, per vedere aumentare sempre più l’altra metà del cielo; “e di tanta beltà gioiva beato”, avrebbe detto un aspirante poeta. Ed è esattamente da lì che volevo partire.
Tutte quelle belle donne alla Dispensa erano attirate dai botti delle bottiglie, dei magnum per la precisione, di Franciacorta Nature, Brut e Satèn dei Gatti di Erbusco. C’erano tutta la famiglia con Enrico, il vecchio padre in invidiabile forma, Paola e il marito Enzo Balzarini, Lorenzo e Lidia Foresti, la giovane moglie sposata poco prima dell’ultima vendemmia, la venticinquesima, la ragione di tanta festa. E poi c’erano Vittorio Fusari e Patrizia Ucci con tutta la brigata di cucina che per tutta la serata ci ha inondato di splendidi colori, affascinanti profumi e seducenti sapori. Un po’ di musica anni sessanta e settanta a tenerci solo compagnia, perché dell’allegria se n’è occupato il vino spumeggiante nel bicchiere scintillante.
Ma con Lorenzo ho sempre parlato di altra musica, appassionato com’è di pianoforte e dei suoi grandi interpreti, tanto che perfino a un concerto siamo andati insieme, al Festival Pianistico di Bergamo e Brescia. Così il giorno dopo ho ascoltato la Sonata numero sette di Prokofiev suonata da quel mirabolante fenomeno chiamato Lang Lang, una diabolica sferzata di energia e vitalità e l’ho dedicata a Lorenzo Gatti ed ai 25 anni della sua azienda e dei suoi Franciacorta.
G.B.