Ero a Trento la scorsa settimana per l’inizio della manifestazione “Bollicine su Trento” e per prima cosa non ho potuto sottrarmi dal ripensare alla stupidità di una parola che tesse parentele tra le più sciocche e scialbe bevande gassate e i più nobili e blasonati dei vini spumanti; immediatamente dopo, però, ho cominciato a entrare nel merito della manifestazione e a vedere e tastare con mano la bontà del progetto e il buon esito della sua realizzazione.

Diciamo anche subito che abbiamo sempre mangiato bene: dallo Scrigno del Duomo il giovedì sera come benvenuti a Trento; ad una cena il venerdì sera presso il Palazzo Roccabruna a cura di tre ristoranti trentini, Costa Salici di Cavalese, Malga Panna di Moena, Locanda Margon di Trento; per finire con un frugale ma perfetto pranzetto il sabato a mezzodì, prima di ripartire, a cura de L’Erba del Re di Modena. Sistemate così tutte le doverose riconoscenze, passiamo ad occuparci ora dell’argomento centrale della manifestazione, vale a dire i vini della Denominazione Trento Doc.

Abbiamo iniziato venerdì mattina con una interessantissima mini-verticale di ben cinque diversi Trento: Riserva 2003, 2002, 2001 di Abate Nero; Riserva Graal 2003, 2000, 1998 di Altemasi di Cavit; Riserva Methius 2006, 2005, 2002 di Vinicola Metius (non è un refuso, il vino ha l’h al centro, l’azienda no); Mach Riserva del Fondatore 2007, 2006, 2002 dell’Istituto Agrario di San Michele; Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2001, 1994, 1991 di Ferrari F.lli Lunelli.

E qui dobbiamo subito esprimerci perché, se tutte le verticali nascondono sempre buoni motivi di interesse, è indubbio che quella della Riserva Graal ci ha dato notevoli soddisfazioni; ma quando siamo arrivati al sommo Giulio Ferrari l’emozione ci ha davvero colpito al cuore: eccellente, come ricordavamo dalle degustazioni dello scorso anno, il 2001, fantastico il 1994, ma sbalorditivo, letteralmente nonostante fossi ben seduto, il 1991. Tutti sboccati lo scorso anno, tutti di una freschezza impressionante, ma il 1991 con un potere seducente di straordinaria sensualità.

Il pomeriggio l’abbiamo passato sempre a Palazzo Roccabruna, districandoci tra le trenta aziende che presentavano un paio di vini Trento Doc ciascuna, tra quelli che vengono immessi ora sul mercato. Quasi tutti vini dei millesimi 2007 e 2008 con qualche Riserva che sconfinava negli anni precedenti. Ed è in questa occasione che ci è venuto in mente di parafrasare un titolo di Lenin – sì, proprio quello della rivoluzione d’ottobre – per descrivere sinteticamente lo stato dell’arte di questi vini: liquorismo, malattia infantile dello spumantismo, dove “liquorismo” sta per estremismo e “spumantismo” per socialismo.

Una provocazione, certamente, ma è indubbio che ancora troppe aziende, e non sempre di giovane età, facciano un uso un po’ smodato di liqueur d’expedition aromatiche che hanno il potere di ridurre le variabili organolettiche di cui sarebbero capaci questi vini, nati in ambienti fortemente diversificati sia dal punto di vista geopedologico sia da quello altimetrico e quindi climatico. Svilire tutti i vini con ripetitive note di canditi, miele e vaniglia non ci sembra sia la miglior soluzione per attenuare o nascondere le eventuali spigolosità, che potrebbero essere corrette in modo più proficuo con un neutro sciroppo di zucchero di canna.

Sarà probabilmente una nostra idea fissa, ma la mattina successiva è arrivata la prova provata di quanto sosteniamo: una bellissima degustazione, rigorosamente alla cieca, con 4 Trento Doc versus 4 Champagne Aoc. Non ci interessa in questa sede raccontarvi dei valori che abbiamo riscontrato, ma chi ha avuto naso e bocca ha colto rapidamente i caratteri più significativi degli uni e degli altri, distinguendoli con molta precisione e trovando i loro diversi descrittori. E questo è certamente il fine più importante ed educativo di una vera degustazione. Bisognerebbe farne di più di queste degustazioni e destinarle soprattutto ai produttori ed ai tecnici trentini, affinché capiscano in quale posizione si trovino oggi e verso quali lidi o scogli stiano navigando.

Comunque sia, evviva il Trento Doc.

G.B.