Dalla Guida Veronelli 2021, tre vini scelti per ogni regione, tra i meno noti ma degni di essere narrati, assaggiati e portati alla pubblica veronelliana ribalta. Ecco il primo per la Toscana.

Giorgio Comotti e gli albori dell’«enoturismo»
di Gigi Brozzoni

Non ci occupavamo ancora professionalmente di vino ma ci è sempre piaciuto viaggiare, spostarci, girovagare spesso senza meta, senza appuntamenti, senza calendario e senza mappe, perché l’avevamo imparato leggendo Cesare Pavese e Jack Kerouac.

Con il primo abbiamo compreso che per conoscere le colline, i villaggi e piccoli paesi del Monferrato e delle Langhe bisogna percorrerli a piedi, in silenzio, senza nessuno a fianco, il mattino presto o verso sera, non troppo tardi.

Con il secondo abbiamo cercato di capire come si potevano fare grandi viaggi senza mezzi propri e quasi senza denari. Due le parole basilari: avvalersi e arrangiarsi.

E poi via in Calabria, a Tropea – altro che Big Sur – e poi scavalcare l’Aspromonte per conoscere il Greco di Bianco. Quasi due mesi per tornare a casa. A settembre eravamo a Firenze, il treno fino a Poggibonsi e una corriera scassata fino a San Gimignano.

Che emozione vedere in lontananza le torri e sfiorare i filari dei vigneti.

Uno dei primi incontri ravvicinati con il vino, quello vero, non quello delle vigne scalcinate di via Castagneta, sui colli vicino a casa. È così che nascono l’amicizia e la confidenza? Non ricordo i nomi e i volti di chi incontrai, non ricordo le bottiglie che scolai, ma ricordo che due bottiglie le acquistai e me le portai a casa.

In corriera e in treno per non dimenticarle mai. Eravamo i pionieri dell’enoturismo?

Oggi ci siamo trovati in cantina una bottiglia di Vernaccia di San Gimignano Hydra 2019 dell’azienda Il Palagione e non abbiamo resistito alla tentazione: rapidamente rinfrescata, stappata e annusata e quindi indagata.

Si tratta di un antico clone di Vernaccia ritrovato in un vecchio vigneto posto a nord dell’azienda su suoli di sabbie stratificate con argille e ciottoli di antichissimi ambienti litorali, stretto da un bosco che lo circonda e l’ha protetto per lunghi anni.

Le uve vengono raccolte a mano, pressate e il mosto è decantato a freddo. La fermentazione alcolica viene mantenuta a 16° e il vino matura poi sulle sue fecce, con periodici rimontaggi e batônnage, per sei mesi.

Ancora qualche mese in bottiglia e il vino è pronto per essere consumato.

Ora La Vernaccia che Giorgio Comotti ha curato con tanta passione e precisione emana un deciso profumo di frutti gialli maturi come pesca, albicocca e anche ananas, a cui si aggiungono note floreali di acacia e caprifoglio di singolare personalità.

Al gusto ripropone le stesse sensazioni rafforzate da una fragrante acidità ed una tessitura dinamica e vigorosa.

È vino da pasto, ama avvicinarsi ai cibi cucinati, verdure soprattutto, saporiti e arricchiti da preparazioni complesse e perfino azzardate.

Il Palagione
San Gimignano SI

Gigi_Brozzoni

Gigi Brozzoni

Curatore della Guida Oro I Vini di Veronelli nato e residente a Bergamo, dopo molteplici esperienze maturate nel campo teatrale e nella progettazione di arredi, nel 1986 incontra Luigi Veronelli. La passione per il vino lo spinge a costanti frequentazioni gastronomiche finché nel 1988 arriva al Seminario Permanente Luigi Veronelli di cui assume la direzione nel 1989. Vi rimarrà per 25 anni fino al pensionamento nel 2013. Ha diretto la rivista Il Consenso è stato animatore di convegni tecnico-scientifici in ambito viticolo ed enologico e ideatore e conduttore di corsi di analisi sensoriale per professionisti e appassionati. Negli anni Novanta ha curato la redazione dei Cataloghi Veronelli dei Vini Doc e Docg. e dei Vini da Favola. È autore del libro Professione Sommelier che fu adottato come primo manuale sul vino per le scuole alberghiere italiane. Per l’Associazione Le Città del Vino ha curato numerose edizioni de Le Selezioni di Eccellenza dei vini italiani.