Dalla Guida Veronelli 2021, tre vini scelti per ogni regione, tra i meno noti ma degni di essere narrati, assaggiati e portati alla pubblica veronelliana ribalta. Ecco il primo per il Veneto.


Un rosato che nasce da un progetto
di Gigi Brozzoni

Un giorno di tanti anni fa un amico vignaiolo mi disse che è facile fare buoni vini, più difficile fare grandi vini, ma difficilissimo fare buoni vini rosati.

I manuali di enologia occupano una buona quantità di pagine per la vinificazione in bianco, tantissime pagine per la vinificazione in rosso e pochissime per quella in rosa, per la quale, di solito, si limitano a suggerire di iniziare la vinificazione in rosso, interromperla più o meno presto e proseguire come per la vinificazione in bianco.

Sui vini rosa o rosati si sa poco, si studia poco, si sperimenta poco e si progetta ancor meno.

Questo amico era Carlo Nerozzi, architetto che ha scelto di progettare vini gentili e garbati, che si mostrano con misura, discrezione e precisione poiché frutto di un progetto, appunto, che riflette la personalità culturale del suo autore.

A metà del suo cammino ha pensato di aver bisogno, da buon architetto, di un ingegnere e ora è accompagnato da un amico agronomo ed enologo, Federico Giotto, che permette la realizzazione tecnica dei vini progettati dall’architetto Carlo Nerozzi.

Ma come si progetta un vino rosato, un ottimo vino rosato?

Per prima cosa bisogna analizzare e capire il proprio territorio e quindi individuare l’ambiente climaticamente idoneo alla coltivazione della vite; vanno scelte le varietà più adatte al luogo e al progetto enologico; si accerta che il terreno sia idoneo alla nutrizione idrica e minerale delle radici, si sceglie la forma di allevamento che permetta all’impianto fogliare di raccogliere la maggior quantità di luce e di calore del sole.

Si deve poi gestire la fase vegetativa della pianta per avere la massima espressività delle uve, quindi stabilire la loro miglior epoca e modalità di raccolta, non solo basata sulla maturità zuccherina, ma controllando il quadro acido.

Ora entra in gioco la tecnica enologica più opportuna per avere ottimi risultati e si andranno, quindi, a valutare le modalità di pressatura, materiali e dimensioni dei vasi vinari, tempi e temperatura di macerazione e di fermentazione, come pure materiali, tempi e temperatura di affinamento; infine epoca e modalità di imbottigliamento.

Il Bardolino Chiaretto 2019 di Le Vigne di San Pietro proviene dalle colline moreniche a sud del Lago di Garda; i suoli pleistocenici sono argillosi con materiali calcarei ove sono piantate viti di corvina, rondinella e merlot con 6000 ceppi per ettaro; le uve sono raccolte manualmente a fine settembre e danno una produzione di 65 q.li.

Trasportate in cantina vengono diraspate e macerate a 5°C per 2 giorni. La fermentazione avviene in vasche di acciaio per 10 giorni a 16°C per sostare poi 6 mesi in affinamento.

Al termine il vino viene messo in bottiglia e riposerà per altri tre mesi prima di essere immesso al consumo.

In sostanza, da quell’ettaro di vigna, si ottengono 6500 bottiglie, ovvero si raggiunge quell’equazione qualitativa che vorrebbe la produzione di una bottiglia (0,75) di vino per ogni pianta.

Si ottiene così un vino rosa pallido con leggeri riflessi corallini, che profuma di fiori di pesco, di lampone e di mela e melograno, di erbe aromatiche fresche, mentre in bocca sviluppa presto un forte gusto fruttato maturo, fresco e vegetale, animato da una delicata e succosa acidità e una leggerissima sensazione tannica accesa da quel briciolo di tannini che conserva a lungo, prolungandola, la persistenza aromatica.


Gigi_Brozzoni

Gigi Brozzoni

Curatore della Guida Oro I Vini di Veronelli nato e residente a Bergamo, dopo molteplici esperienze maturate nel campo teatrale e nella progettazione di arredi, nel 1986 incontra Luigi Veronelli. La passione per il vino lo spinge a costanti frequentazioni gastronomiche finché nel 1988 arriva al Seminario Permanente Luigi Veronelli di cui assume la direzione nel 1989. Vi rimarrà per 25 anni fino al pensionamento nel 2013. Ha diretto la rivista Il Consenso è stato animatore di convegni tecnico-scientifici in ambito viticolo ed enologico e ideatore e conduttore di corsi di analisi sensoriale per professionisti e appassionati. Negli anni Novanta ha curato la redazione dei Cataloghi Veronelli dei Vini Doc e Docg. e dei Vini da Favola. È autore del libro Professione Sommelier che fu adottato come primo manuale sul vino per le scuole alberghiere italiane. Per l’Associazione Le Città del Vino ha curato numerose edizioni de Le Selezioni di Eccellenza dei vini italiani.