di Gigi Brozzoni – dalla Guida Veronelli 2021

Passo dopo passo la viticoltura sarda avanza nella qualità e nel numero di aziende che stanno puntando verso mercati esigenti con vini affidabili, stabili e con un occhio sempre più attento ai vitigni autoctoni. 

Dai vitigni tradizionali agli emergenti

Sappiamo come i più importanti vini sardi, in ordine di qualità riconosciuta, di affidabilità e di rappresentatività territoriale siano frutto di tre principali vitigni, ovvero i rossi cannonau e carignano. 

E il vermentino per i bianchi.

Da qualche anno, però, non si fanno più semplici vini con le altre varietà autoctone dell’isola, ma si cerca di spremere tutto il meglio che questi vitigni possano dare per essere rappresentativi non solo di piccole porzioni di territorio, ma per ambire ad essere riconosciute come l’estensione, il completamento, l’evoluzione della viticoltura di qualità dell’intera isola. 

E ci stanno riuscendo con convinzione, con entusiasmo e con creatività. Vediamone una panoramica.

Siddura – Luogosanto, Sassari

I «nuovi» bianchi

Tra i vitigni bianchi troviamo il nasco che sa dare ottimi vini bianchi freschi e fragranti e riesce ad appassire bene per produrre deliziosi vini passiti.

Anche il nuragus riesce a produrre vini bianchi profumati e un poco speziati, interessanti. 

Il torbato, presente soprattutto nella parte nord-occidentale dell’isola dà vini bianchi di una certa finezza e con buona capacità evolutiva. 

Con la vernaccia ad Oristano si producono straordinari vini ossidativi, estremamente longevi e di superbo fascino.

Parpinello – Alghero, Sassari

I «nuovi» rossi

Tra i vitigni rossi il bovale, detto anche muristellu, rappresenta forse il più adottato in diverse parti dell’isola con risultati sempre sorprendenti quando non eccellenti. 

Il cagnulari è vitigno di grande impeto con aromi molto intensi e maturi, di robusta struttura. 

Il monica è un vitigno dalla grande capacità espressiva e molto versatile per produrre vini sia immediati che da invecchiamento. 

Il nieddera è presente soprattutto nella zona di Oristano e produce vini speziati e quasi pepati di una certa robustezza. 

Il pascale, di probabile origine toscana, da vini ben fruttati e sapidi e con buona tannicità.

Questi vitigni trovano impiego in alcune piccole Denominazioni e anche nelle poche ma significative Igt sarde ove si fa un poco di sperimentazione e ci si approccia anche a tipologie vinicole, come gli spumanti metodo classico, che fino a pochi anni fa non venivano presi in considerazione.

Un panorama produttivo certamente non monotono ma capace di mostrarci un’isola che mantiene fede alla sua millenaria viticoltura e che sa interpretare con creatività le opportunità date dai suoi territori, dai suoi vitigni e dalle loro tradizioni.

Parpinello – Alghero, Sassari

Gigi_Brozzoni

Gigi Brozzoni

Curatore della Guida Oro I Vini di Veronelli nato e residente a Bergamo, dopo molteplici esperienze maturate nel campo teatrale e nella progettazione di arredi, nel 1986 incontra Luigi Veronelli. La passione per il vino lo spinge a costanti frequentazioni gastronomiche finché nel 1988 arriva al Seminario Permanente Luigi Veronelli di cui assume la direzione nel 1989. Vi rimarrà per 25 anni fino al pensionamento nel 2013. Ha diretto la rivista Il Consenso è stato animatore di convegni tecnico-scientifici in ambito viticolo ed enologico e ideatore e conduttore di corsi di analisi sensoriale per professionisti e appassionati. Negli anni Novanta ha curato la redazione dei Cataloghi Veronelli dei Vini Doc e Docg. e dei Vini da Favola. È autore del libro Professione Sommelier che fu adottato come primo manuale sul vino per le scuole alberghiere italiane. Per l’Associazione Le Città del Vino ha curato numerose edizioni de Le Selezioni di Eccellenza dei vini italiani.