Dalla Guida Veronelli 2021, tre vini scelti per ogni regione, tra i meno noti ma degni di essere narrati, assaggiati e portati alla pubblica veronelliana ribalta. Ecco il terzo per il Veneto.

Da ascoltare per sé solo, ma in desiderata compagnia
di Gigi Brozzoni

Tra i tanti vitigni che il Veneto coltiva nelle sue tante terre dedicate alla viticoltura non ci sarebbe che l’imbarazzo della scelta per presentare un vino da dessert che offra caratteristiche organolettiche singolari e di grande piacevolezza, pur in un quadro di viticoltura diffusa e, quindi, accessibile al grande pubblico che non ha la possibilità di compiere complesse ricerche e spendere eccessivo denaro.

Allora siamo andati alla ricerca di un vitigno che avesse buone caratteristiche qualitative e di un’azienda che lo producesse con tecniche enologiche messe a punto in tanti anni di attività e di particolari sensibilità e passione.

La nostra scelta è caduta su un moscato giallo coltivato nelle vigne delle colline vicentine suoli vulcanici ricchi di tufo, particolarmente vocati alla produzione di questo vitigno aromatico sotto il vigile ed esperto occhio di Fausto Maculan.

Le uve sono vinificate a Breganze, ove ha sede l’ormai storica azienda della famiglia Maculan, che da qualche anno si avvale della preziosa collaborazione delle figlie Angela e Maria Vittoria che avranno il compito di dare continuità all’azienda, la prima in ambito commerciale, la seconda nel settore tecnico produttivo.

Le uve vengono, di solito, raccolte con una certa premura per avere una buona quota di acidità, che assicurerà freschezza e fragranza al vino.

L’appassimento avviene in fruttai ben arieggiati, per circa un mese, così da assicurare una buona quantità di zuccheri, parte dei quali si trasformerà in alcol (circa 12°) e i restanti 130 grammi daranno quella dolcezza, quella consistenza e quella densità che lo renderanno dolce senza eccesso, morbido ed avvolgente, ma sempre ravvivato dalla freschezza acida di cui si è detto.

Un vino di notevole personalità, così ricco delle note aromatiche del vitigno, ovvero frutta tropicale con ananas e banana ma anche mela golden, sentori floreali con rosa selvatica e un poco di geranio, marchi zuccherini con miele di acacia e cedro candito, tocchi vegetali di salvia e origano.

Consistenza appena densa, ma scorrevole e il tutto ravvivato da un sottofondo di fresca acidità che prolunga la percezione gustativa.

Dindarello si accompagna bene ai dessert della classica pasticceria professionale quanto a quella domestica con creme e frutti.

Ma, soprattutto ricordate che un vino così non ha bisogno di accompagnare alcunché per essere apprezzato e goduto: basta solo un bel calice di media dimensione e la miglior compagnia che desiderate sia di pomeriggio sia di sera.


Gigi_Brozzoni

Gigi Brozzoni

Curatore della Guida Oro I Vini di Veronelli nato e residente a Bergamo, dopo molteplici esperienze maturate nel campo teatrale e nella progettazione di arredi, nel 1986 incontra Luigi Veronelli. La passione per il vino lo spinge a costanti frequentazioni gastronomiche finché nel 1988 arriva al Seminario Permanente Luigi Veronelli di cui assume la direzione nel 1989. Vi rimarrà per 25 anni fino al pensionamento nel 2013. Ha diretto la rivista Il Consenso è stato animatore di convegni tecnico-scientifici in ambito viticolo ed enologico e ideatore e conduttore di corsi di analisi sensoriale per professionisti e appassionati. Negli anni Novanta ha curato la redazione dei Cataloghi Veronelli dei Vini Doc e Docg. e dei Vini da Favola. È autore del libro Professione Sommelier che fu adottato come primo manuale sul vino per le scuole alberghiere italiane. Per l’Associazione Le Città del Vino ha curato numerose edizioni de Le Selezioni di Eccellenza dei vini italiani.