Non era mai successo.
Un Carnevale con tutti mascherati, con la stessa mascherina di colori diversi, imposta dall’alto, salutare anzi salvifica. 

Per un carnevale così, bisogna immaginare una cucina mai vista e una tavola da commedia. 

Tutto deve avvenire di sera, con locali chiusi, piazze deserte, proprio in casa. 

Quanti saremo ? 

Anche solo quattro, cinque, scelti con cura, una prima coppia, i padroni di casa, e poi gli amici. 

Il momento clou sarà l’inizio del pranzo, quando toglieremo tutti la maschera per mangiare, ed ognuno vedrà gli altri, con una leggera sorpresa, perché il volto nudo, a carnevale, oggi vale una maschera, ed è in se e per sé osé

Non è finita, in tavola verranno servite dopo le orecchiette al foie gras le orecchie di maiale croccanti, quindi colli di gallina ripieni, acquistati al mercato Sant’Ambroggio a Firenze, e testine di vitello bollite. 

Guardare la tavola, il piatto, ha come fine precipuo dialogare con volti o parti di essi, ricomporre maschere animali, viverle con gli occhi e la bocca, ascoltare il padrone di casa che, in un dannato carnevale, aveva indossato una testa di maiale, facendo ridere gli ospiti che lo conoscevano già grasso e impudico. 

Una esperienza unica, incorporare sembianti di esseri viventi, scherzando sui vegani che, a carnevale, mangiano finocchi. 

Alla fine della cena, chicchi d’uva peruviana o qualche raviolo al cioccolato di Rana, pronti a rimettere la mascherina e a riavvicinarsi gli uni agli altri. 

Poi via, nella notte deserta con il ricordo straordinario di tutte quelle orecchie che non ascoltavano, ma si facevano lappare. 

TUTTE LE FOTOGRAFIE SONO DI LORENZO MONASTA

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Alberto Capatti

Alberto Capatti

Nato a Como il 2 novembre 1944, è uno tra i principali storici della gastronomia italiana e da molti anni si occupa di storia dell’alimentazione e di cultura materiale.
Ha diretto, dal 1984 al 1989, “La Gola. Mensile del cibo, del vino e delle tecniche di vita materiale” in cui prendeva forma di rivista un poderoso e inedito mix arte, letteratura, design, cucina, antropologia, grafica…che uscì in edicola dal 1984 e il 1991. Capatti è stato direttore scientifico del Comitato Decennale Luigi Veronelli.
È stato membro del Comitato direttivo dell’Institut Européen d’Histoire de l’Alimentation (dal 2005 al 2012).
È stato il primo rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, e direttore di “Slow”, rivista di Slow Food dal 1994 al 2004.
Nel 2001 ha curato, con la direttrice della Bibliothèque de l’Arsenal la mostra «Livres en bouche» presso la Bibliothèque Nationale de France.
Fa parte del Comitato scientifico di CasArtusi.
Dal febbraio 2018 è presidente della Fondazione Gualtiero Marchesi.