Dalla Guida Veronelli 2021, tre vini scelti per ogni regione, tra i meno noti ma degni di essere narrati, assaggiati e portati alla pubblica veronelliana ribalta. Ecco il primo per la Calabria.

Una ritrovata verve

di Marco Magnoli

Nessuno può mettere in discussione il ruolo fondamentale svolto dai Librandi nella rinascita enoica della Calabria, grazie a moderni orientamenti agronomici, enologici e commerciali che sono davvero riusciti a coniugare in modo proficuo tradizioni e innovazioni, fornendo impulsi e ispirazione a molte altre aziende.

Uno dei più grandi meriti dell’azienda è innegabilmente il forte e profondo impegno profuso, a cavallo del nuovo millennio, nell’esplorazione dell’enorme patrimonio di uve autoctone di Calabria.

Si tratta di una collezione ampelografica che comprende vitigni spesso dimenticati o in via di estinzione e rappresenta un’immensa riserva di originalità e di unicità difficilmente riscontrabili altrove. 

Un immane lavoro di ricerca e selezione su tutto il territorio regionale, che ha visto la realizzazione di vigneti sperimentali dai quali sono scaturiti risultati importanti ed ormai in gran parte consolidati anche attraverso l’omologazione di nuovi cloni e l’inserimento di nuovi vitigni nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite.

I Librandi sono stati, conseguentemente, tra i primissimi a dare di nuovo voce ad alcune antiche uve calabresi con due etichette in particolare.

Il Magno Megonio, vino che ha riproposto la dignità del magliocco, uva rossa ormai divenuta, accanto al gaglioppo, un’autentica bandiera della viticoltura di Calabria.

Ed è proprio sull’Efeso che ci vogliamo oggi concentrare. 
Dagli esordi, intorno ai primi anni Duemila, come vino di grande impatto, sontuoso, strutturato, carezzato da aromi caldi e maturi, morbidi e pieni, col passare del tempo si è ridefinito e precisato stemperando l’esuberanza di una materia tanto rigogliosa in un vino via via più snello ed elegante, così rischiando, tuttavia, di allontanarsi eccessivamente dalle sue iniziali ambizioni, tanto che alcune delle annate più recenti ci erano parse fin troppo “disciplinate”, quasi rinunciatarie.

Con il millesimo 2018 e ancor più con il 2019, presentato nell’ultima edizione della nostra Guida, l’Efeso sembra, però, aver ritrovato la verve del suo debutto, non tanto nello stile, che si è opportunamente sfrondato di alcuni fronzoli che, sebbene una ventina di anni fa siano valsi a dimostrarne le peculiari possibilità espressive, oggi apparirebbero francamente superflui, quanto nella voglia di stupire e di indicare un percorso, ovvero quello di un vino moderno, preciso e tecnicamente ineccepibile, capace al contempo di rivelare un’anima profonda e fedele al territorio.

Ottenuto con le uve mantonico coltivate a cordone speronato con densità di 5000 ceppi/ha sui suoli calcarei e ricchi di arenaria della Tenuta Rosaneti in agro di Rocca di Neto-Casabona, l’Efeso Calabria Bianco Igt 2019 è stato vinificato con fermentazione in barrique e affinamento sui lieviti di circa 8 mesi.

Sfoggia un profumo caldo, avvolgente, gradevolmente speziato, allietato da un frutto ben maturo, ma integro e fragrante, rinfrescato da qualche piacevole accenno di agrumi; sul palato torna la morbida dolcezza del frutto e la squisita sensazione speziata, che dona profondità e complessità al sorso allungandosi in un finale nitido e persistente, sostenuto dall’acidità sapida e dinamica. 

www.librandi.it

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MARCO MAGNOLI

Deve alla tradizione familiare la passione per i vini di qualità e a Luigi Veronelli, incontrato nel 2001, l’incoraggiamento a occuparsi di critica enologica. Dal 2003 è collaboratore del Seminario Permanente Luigi Veronelli. È tra i curatori della Guida Oro I Vini di Veronelli.