Qualità e ambiente: le carte vincenti di una piccola regione

di Marco Magnoli

VINI VALLE D’AOSTA

La rinascita della viticoltura valdostana, a partire dagli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, deve molto allo spirito di solidarietà e di cooperazione tipico delle popolazioni che vivono a stretto contatto con il difficile ambiente di montagna.

Non è certo un segreto che le spontanee associazioni di vignerons prima, e le più strutturate Cantine sociali o Cooperative poi, abbiano svolto un ruolo fondamentale per preservare e tutelare quei pochi ettari di vigneto che erano sopravvissuti in valle, evitando che anch’essi scomparissero.

Accanto a questo virtuoso movimento collettivo non sono mancati, naturalmente, singoli individui dal forte carisma che, pur mantenendo alto il senso di territorio, compartecipazione e condivisione, hanno introdotto innovazioni, nuovi punti di vista, suggestioni e, soprattutto, vini di elevata qualità che sono valsi ad accreditare la vitivinicoltura regionale, storicamente piuttosto chiusa e marginale, in ambiti e contesti nazionali ed internazionali più vasti e rilevanti.

Oggi sta nascendo e si sta muovendo una nuova generazione di vignaioli, giovani aperti al mondo, alle nuove esigenze e attitudini dei consumatori, ai nuovi mezzi di comunicazione e alle «reti sociali» che, se sposano forse un atteggiamento più individualistico, probabilmente saranno in grado di portare a questa piccola valle ed alla sua minuscola produzione viticola un approccio più moderno e appropriato nel modo di «mostrarsi al mondo» , di comunicare e di comunicarsi.

Questa è una variabile fondamentale per una Regione che produce pochissime bottiglie e manca, quindi, quantitativamente della massa critica necessaria per porsi bene in vista in mercati più ampi.

Quello che, senz’altro, giovani produttori e aziende storiche condividono ci sembra sia, però, l’attenzione nei confronti dell’ambiente: sempre maggiori cure vengono poste, infatti, nella pratica di una viticoltura e di una enologia a basso impatto ambientale, sana ed ecosostenibile, aspetto importantissimo in una regione alpina dagli equilibri fragili e, ancor di più, di fronte ad una situazione globale che sembra correre a falcate sempre più larghe e rapide verso una catastrofe ecologica e climatica senza vie di ritorno.

Per passare ad argomenti più leggeri, ora che sono usciti i vini più ambiziosi e a più lungo affinamento, abbiamo potuto verificare come l’annata 2017, difficile perché caldissima e caratterizzata da rese estremamente basse (con una perdita di produzione media tra il 30 e il 40%, dovuta alle gelate primaverili ed alle grandinate estive), abbia portato, almeno nelle aree meno colpite e nei vigneti meglio gestiti, alla raccolta di uve ben mature e concentrate, dalle quali sono derivati vini ricchi ed equilibrati.

Interessante il fatto che proprio i vitigni più esigenti in termini di calore e maturazione, quali ad esempio fumin e syrah, in alcuni casi abbiano regalato vini ben torniti, privi delle note speziate e selvatiche un poco puntute ed eccessive che spesso si portano dietro in annate non ottimali.

Anche il millesimo 2018, infine, ha dato vini molto stimolanti e dalla spiccata espressività territoriale, segno che la Valle d’Aosta non è una delle tante regioni viticole italiane, ma è dotata di un patrimonio di vitigni, microclimi e giaciture tale da garantire un’identità ed una qualità inconfondibile alle sue produzioni, in particolare per quanto riguarda i vini bianchi, la cui finezza, profondità e consistenza negli ultimi anni si stanno imponendo con decisione.

TRE VINI QUOTIDIANI

a cura di Marco Magnoli

VINI VALLE D’AOSTA

Tra i numerosi presenti in Guida, vi segnaliamo tre assaggi. Tre vini che trovate in vendita sotto i 20 euro.

Vini valle d'aosta

Valle d’Aosta Torrette Superiore Labiè 2017
Cave GargantuaGressan

Ci troviamo nell’area di produzione più vasta della Valle d’Aosta, che prende il nome dal Monte Torrette, a cavallo dei comuni di Saint-Pierre e Sarre. Il Torrette Superiore Labiè di Cave Gargantua è prodotto in prevalenza con petit rouge, il vitigno a bacca rossa più coltivato della regione, di cui è considerato l’autoctono per eccellenza. Labiè è una versione moderna di questo storico vino, che addolcisce le sue tradizionali note fresche e leggermente spigolose, molto «valdostane», con un sapiente passaggio in tini di legno di medie dimensioni; uve di ottima maturità e concentrazione garantiscono, poi, una struttura particolarmente ricca ed intensa, caratteristica che accomuna pressoché tutti i vini dell’azienda.

vino valle d'aosta

Valle d’Aosta Petite Arvine 2016
La Source
Saint-Pierre

Originaria del Vallese e introdotta a titolo sperimentale negli anni Settanta del secolo scorso dall’École Pratique d’Agriculture, diretta dal canonico Vaudan, con l’intento di dimostrare la vocazione viticola di una regione che, all’epoca, mancava di materiale autoctono selezionato, la petite arvine è divenuta oggi una delle varietà a bacca bianca più interessanti della Valle d’Aosta, assai versatile e proposta in diverse interpretazioni. Molto personale quella di La Source, che ne fa un vino di piacevole consistenza e sapidità, dal carattere ampio, dritto e profondo, che con il tempo si carica di variegate sfumature.

Valle d’Aosta Chambave Muscat 2018
Rosset Terroir – Quart

Rosset Terroir è una dinamica realtà che possiede vigne di piccole dimensioni in diverse aree della Valle d’Aosta, tra 500 e 1000 metri s.l.m., gestite con grande attenzione per il territorio e le sue specificità. Negli anni più recenti l’azienda ha acquistato vigneti a Chambave dove coltiva il muscat, ovvero il moscato bianco, vitigno che, pur originario di altre zone, è considerato storico e tradizionale di quest’area, nella quale risulta presente fin dal 1300. Ne nasce un vino secco dal fascino intrigante, con un’aromaticità garbata, morbida e gentile, che arricchisce un profilo di gradevole nettezza ed equilibrio.

Per incontrare tutti i vini valdostani selezionati e segnalati, scarica la App I Vini di Veronelli

LUOGHI DEL BUON BERE

a cura della redazione

La Guida Oro I vini di Veronelli riserva da sempre uno spazio regionale dedicato a una piccola rassegna di quei locali che alla ristorazione di qualità affiancano una cura particolare per la selezione enoica.

Locanda La Clusaz
Gignod AO

Quando chiamiamo per sentire le ultime novità prima di questa pubblicazione sono le 11 del mattino del 5 marzo. Ancora non era scattata l’emergenza in tutta Italia. Non troviamo il patron Maurizio Grange. «È andato a fare la spesa». ci risponde una voce gentile ed energica di donna «Qui sta nevicando forte e sta tardando un po’ a rientrare… ».
Questa è già l’immagine di questo luogo.
Un locanda, con belle camere e una bella (e buona) cucina. Con un progetto e una storia, che parte dalla scrupolosa ricerca delle materie prime, fatta dal patron in persona, sul territorio, ogni giorno. Lui non si è messo dietro a una scrivania gestionale, ma la gestione la fa a tutto campo, completamente in fieri con il progetto di una cucina d’eccellenza territoriale.?
Lo chef è Maurizio Pellerei, ai dolci Alberto Norbiato.
Si degusta a scelta (ci auguriamo che la possibilità di farlo diventi nuovamente reale al più presto) tra 4 menu, da Tradizione a A mano libera oppure alla carta. Da segnalare La cerimonia dei Formaggi, scrupolosa selezione di formaggi caprini, ovini e vaccini al carrello, serviti con confetture e olio: un percorso sensoriale tra la biodiversità di alpeggi e casere del territorio.
Di assoluta rilevanza e cura, la cantina.

La Clusaz Locanda Ristorante
Frazione Clusaz, 1, Gignod AO
Tel. +39 0165 56075 – www.laclusaz.it

Per conoscere gli altri Luoghi del buon bere in Valle d’Aosta – Vallée d’Aoste scarica l’App I vini di Veronelli

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MARCO MAGNOLI

deve alla tradizione familiare la passione per i vini di qualità e a Luigi Veronelli, incontrato nel 2001, l’incoraggiamento a occuparsi di critica enologica. Dal 2003 è collaboratore del Seminario Permanente Luigi Veronelli. È tra i curatori della Guida Oro I Vini di Veronelli.